giovedì 23 ottobre 2014

La Bibbia a fumetti

Nel Duomo di Modena, lungo la facciata, si scandiscono 4 lastre di pietra di Verona scolpite a rilievo dal "fumettista" Wiligelmo. Difatto in questo periodo la scultura assunse una grande importanza, gli edifici romanici sono normalmente dotati di apparati scultorei a rilievo che narrano le Sacre Storie, soprattutto per venir incontro ai numerosi fedeli analfabeti.
Possiamo considerare queste "strips a rilievo" antenate della "Bibbia a fumetti" pubblicata in diverse copie dalle "Edizioni San Paolo".
Infatti osserviamo l'accurata suddivisione in vignette: Dio Creatore è rappresentato simbolicamente dentro una cornice a forma di mandorla che crea Abramo. Nella vignetta successiva nasce da una sua costola Eva. Il breve racconto culmina con l'atto del Peccato Originale. Anche se le scene sono praticamente prive di paesaggio, l'anatomia non è ideale, classica, ma neanche perfettamente realistica, oggettiva, questa magnifica opera entra con diritto nella storia del fumetto.
Wiligelmo in 4 vignette riesce perfettamente a congiungere, unire, rappresentare e rendere efficace la lettura dei primi 3 capitoli della Genesi.
Infatti lui fa un uso massiccio della così detta clousure: nel passaggio da una vignetta e l'altra, in questa piccola frazione di secondo, accade in ogni lettore qualcosa di fantastico: nonostante le immagini siano ferme e statiche chiunque riesce a immaginare movimento, collegando le due azioni, sentendo anche il rumore delle onomatopee, provando anche il dolore o il piacere che provano i personaggi coinvolti!
Difatto Wiligelmo capì che per scolpire tutta la Genesi non sarebbe bastata sicuramente tutta la superficie della facciata. Quindi riesce a sintetizzare tutto in 4 "strips" i fatti più importanti della Genesi, senza rendere complicata l'interpretazione.

lunedì 22 settembre 2014

L'Evo del fumetto

Francia, 1066. Inizia la guerra per la conquista dell'Inghilterra da parte dei normanni guidati da re Guglielmo (si, il famoso Conquistatore) che allora era governata da re Harold.
Una volta finita la guerra (1070 circa) a favore dei normanni, con la salita al trono di Guglielmo il Conquistatore, cosa si poteva fare di meglio se non tessere una storia fumetti?
L' "Arazzo di Bayeux" racconta in poco meno di 70 metri questa vicenda soffermandosi anche su determinati particolari.
La storia inizia con la "vignetta" a destra dove vi possiamo notare la comparsa delle prime didascalie che accompagnano il disegno. Quindi alla storia si aggiunge una narrazione non solo disegnata ma anche scritta, come nella maggior parte dei fumetti moderni! Abbiamo visto in passato come non servino le parole per definirsi fumetto, ma queste aiutano e aiuteranno sicuramente i meccanismi di molteplici storie a baloon. Inoltre l'uso che se ne fa in questo arazzo è esclusivamente quello di descrivere la scena raffiguarata, senza togliere ne aggiungere "dettagli" alla storia.
Quello che avviene in questa scena rappresenta Harold (il favorito della frazione anglosassone per la salita al trono) che presta solenne giuramento davanti a Guglielmo garantendo di riconoscerlo come re legittimo dopo la morte dell'anziano re sassone Edoardo. Però alla morte di quest'ultimo sucedette al trono proprio Harold e di conseguenza Guglielmo il Conquistatore inizia a prepararsi per la guerra.
Quest'ultimo fa costruire numerosissime navi vichinghe per attraversare la Manica e iniziare la conquista dell'Inghilterra.
Come possiamo vedere nella  scena affianco il passaggio tra il taglio della legna alla costruzione delle navi è netto, immediato, come se le navi nascessero dal legno. Anche in questa storia vi è una divisione di scene in base al soggetto e non in vignette, ma questa possibilità di composizioni a pagina intera dovrebbe fare da modello a tantissimi fumettisti moderni poichè originali e permettono alla narrazione di respirare, rendendola meno pesante e, a mio parere, più avvincente.
Quindi le navi sono pronte per salpare e attaccare nella costa inglese. Il viaggio nella manica viene narrato in questa scena a sinistra e le navi si muovono nell'arazzo da una costa all'altra nel giro di pochi metri. Magia del fumetto: riuscire a annullare il rapporto spazio/tempo rendendo la narrazione veloce e scorrevole.
La battaglia. Poichè il tutto è stato concepito per esaltare le doti militari dei normanni e in particolare quelle di re Guglielmo la battaglia rappresentata è una schiacciante vittoria nei confronti dell'esercito sassone e che culminerà con la morte di re Harold. Possiamo notare nella scena a sinistra un elemento molto interessante: Guglielmo non viene rappresentato come guerriero cruento e crudele ma bensì nell'atto di spronare i suoi cavalieri a ultimare l'attacco per  vincere la guerra. Quindi abbiamo un vero e proprio protagonista in questa storia. Un eroe di riferimento e alla quale vanno tutti i meriti per aver finalmente vinto il "cattivo".
Si, le storie a fumetti nel corso dei secoli tendono sempre ad arricchirsi di particolari e novità. Un processo che non è ancora finito.
   


domenica 21 settembre 2014

Il "classico" del fumetto

                                              
L'Imperatore Traiano fece realizzare un foro (il più grande di Roma) con una piazza circondata da grandi portici con al centro un monumento equestre. Su un lato si affacciava la grande Basilica Ulpia ad uso comune, non religioso. Dietro vi erano due biblietoche divise da un cortile. E nel cortile che divideva due biblioteche non poteva mancare una storia a fumetti!
La colonna Traiana. Si, una storia a fumetti disegnata con la tecnica del bassorilievo sul lungo fregio della colonna che ruota a spirale. L'opera fu realizzata da un'equipe di scultori (o fumettisti) guidati dallo sceneggiatore Apollodoro di Damasco. Si può parlare per la prima volta di "fumetto storico" poichè narra di fatti realmente accaduti: è il racconto delle due campagne daciche. Da vicino i rilievi però sono visibili solo nella parte inferiore: la colonna è alta 30 metri (con un plinto -o basamento- di 10 metri) ed è quindi impossibile vedere i rilievi in cima.
Passiamo agli aspetti tecnici dell'opera: poichè si tratta di una storia lunghissima ho deciso di analizzarne i tratti salienti. L'incipit (inizio) della storia è in perfetto stile "in medias res": all'inizio del fregio vi è rappresentato l'esercito romano che sta uscendo dalla città di Roma e cammina su un ponte formato da barche per attraversare il grande fiume Danubio, antropomorfizzato allegoricamente in un grande omone. Ecco io credo che questo passaggio temporale nella stessa scena scene sia esemplare, da alla narrazione slancio e dinamicità. Originale. D'altronde è realmente possibile che abbiano utilizzato delle barche a mo di ponte per superare il fiume. Qualcosa che possiamo notare subito è la maggiore plasticità realistica del corpo umano rispetto al passato, merito degli studi classici greco-latini.  
Nella "vignetta" successiva possiamo notare che non vi sono rappresentate solamente atti bellici.
Per testimoniare la forza del gruppo sono state scolpite scene come quella a fianco: la costruzione dell'accampamento militare. Ecco dal punto di vista stilistico è molto interessante come siano riusciti a rappresentare in un'unica scena la costruzione del campo (atto che richiedeva molto tempo) mettendo in risalto la coesione del gruppo: l'uno che aiuta l'altro etc etc... Ecco questa è una tecnica che viene utilizza tutt'ora nel fumetto, ovvero armonizzare il rapporto spazio/tempo dando alla scena un uguale rigore narrativo.

Il finale. Dopo innumerevoli battaglie in terra rumena alla fine l'esercito romano riesce ad avere la meglio fino a catturare il re dei Daci che, per non cadere nelle mani del nemico, si suicida. Osserviamo com'è strutturata. Vi è per la prima volta, si in tutti i rilievi della colonna ma in questa particolarmente, l'uso di inquadrature per mettere in risalto i personaggi in relazione con il paesaggio. Mentre precedentemente personaggi e paesaggi erano un tutt'uno, quì possiamo notare come attorno al re suicida si crei una nicchia composta dai soldati romani e dall'albero che lo mettono in "preferenziale", ovvero al centro della scena, poichè è il soggetto più importante. Simboleggia la forza di Roma sui suoi avversari, la vittoria della guerra. Ogni singola scena di tutta la colonna non è divisa fisicamente da delle vignette e il passaggio tra una scena e l'altra non è staccato,ma armonioso, leggero come se due scene diverse comunicassero tra loro. Un'ultima considerazione: anche quest'opera non è stata sicuramente pensata come fumetto, ma sicuramente queste opere danno tanto al fumetto moderno perchè senza le esperienze del passato non si potrebbero migliorare quelle future. 

venerdì 19 settembre 2014

Le "strips" egizie



Ecco la scena di un fumetto dipinto e pubblicato oltre trentadue secoli fa nella tomba di "Menna", un antico scriba egiziano.
Per gli egiziani era usuale leggere dal basso verso l'alto a zig zag e questo racconto è suddiviso in tre fasce orizzontali come delle strips.
Leggendo a partire dal basso a sinistra, vediamo tre operai che mietono grano coi loro falcetti per poi portarlo dentro alcuni canestri al luogo della trebbiatura. I fasci sono poi rastrellati fino a diventare uno spesso tappeto di grano, i buoi lo calpestano e fanno uscire i semi dalle pellicole. Poi i contadini separano il grano dalla pula, sotto gli occhi del vecchio Menna e mentre leali scribi registrano il racconto sulle tavolette. Sopra un ufficiale usa un metro per misurare la terra e decidere quanto grano è dovuto per le tasse. Quindi in alto a destra i contadini in ritardo con le tasse vengono percossi.
Possiamo iniziare a vedere un uso, anche se basilare,delle inquadrature e di conseguena la narrazzione diventa più scorrevole e nettamente più elaborata. Non ci sono anche in questo caso delle vere e proprie vignette a suddividere le scene (a parte le tre fasce che suddividono il racconto) ma osserviamo quell'albero che divide gli operai che portano i canestri dai rastrellatori, quello che divide la scena sopra, come se fossero divise l'una dall'altra. Non possono essere considerate vignette,ma è uno spazio che comunque da alle due scene del ritmo. Gli egizi inoltre iniziano a dare un'ambientazione (che non dev'essere per forza realistica) alla scena e, per quanto sia tutto realizzato in un piano bidimensionale, possiamo notare che nella prima fascia, sullo sfondo, due ragazze litigano per dei pezzetti di grano, mentre due operai siedono sotto ad un albero: uno dorme, l'altro suona un flauto! Quindi il racconto si arricchisce anche di particolari nel paesaggio e nei soggetti rappresentati: indumenti, capigliature e movimenti.
Già, quest'ultimi, nonostante sembrino statici e meccanici, senza linee cinetiche ad appoggiarli, vengono comunque percepiti come tali, e questo già nei graffiti paleolitici. Infatti è incredibile come nonostante le immagini siano immobili noi riusciamo a percepire (o meglio immaginare) il movimento, il tempo che scorre. Questa è la "magia" del fumetto, una magia vecchia come il mondo. O come l'uomo.


giovedì 18 settembre 2014

Il paleo-fumetto



Comunicare. E' qualcosa di innato. Lo si ha nel sangue. Questo spingeva l'Homo Sapiens a raccontare la vita quotidiana della propria, seppur piccola, comunità nei piccoli, medi o grandi graffiti nelle caverne in cui abitavano. Questi artisti primitivi rappresentavano scene di rituali megici,ovini portati al pascolo,di caccia e così via.
Quest'opera, risalente a circa 8000/4000 anni fa e rinvenuta nelle grotte di Magura (nord-ovest della Bulgaria),può sembrare un semplice graffito raffigurante una scena di caccia. Io direi anche un fumetto.
Si, questo racconto può essere considerato un fumetto. La domanda è: perchè?
Non ci sono vignette che dividono le scene e tanto meno una sceneggiatura scritta, ma lo scopo di una storia a fumetti è raccontare e questo graffito lo fa. Per scandire il tempo della narrazione basta una suddivisione delle scene in base al soggetto.
Possiamo leggere la nostra storia: per iniziare in alto vi è rappresentata una scena di danza dove si possono notare i componenti della comunità interagire con della musica. Magari si tratta proprio di un rito  propiziatorio a una divinità per sperare in una caccia profiqua. Quest'ultima sarebbe quindi rappresentata sotto: si possono notare degli uomini scoccare una freccia in direzione della preda. Fine.
In entrambe le scene compaiono molti animali di uso "domestico" e non come dei cani, usati anche per la caccia.
Ovviamente non conosciamo tutti i retroscena della "sceneggiatura" in mente all'autore (o degli autori) e sicuramente non è stata pensata come storia a fumetti. Ma tutto ciò mette in risalto le capacità narrative dell'essere umano che,con l'andare dei secoli,si sono sempre più affinate fino ad arrivare a un concetto moderno di storia e di fumetto.


mercoledì 17 settembre 2014

Definire il fumetto

 Come definire in maniera oggettiva quest'arte? Qual'è la vera definizione di fumetto? Secondo me quella giusta l'ha data in maniera efficace Scott Mc Cloud proprio in
una storia a fumetti chiamata "Capire il fumetto - l'arte invisibile" dove scrive:"I fumetti sono
immagini e altre figure giustapposte in una deliberata sequenza, con lo scopo di
comunicare informazioni e/o produrre una reazione estetica nel lettore."
Penso che non esista una definizione migliore. Perché il fumetto prima dei
supereroi, protagonisti simpatici e coraggiosi, antagonisti scaltri e malefici, aiutanti
fedeli, storie con lieto fine o finale triste, dagli sfondi magnifici, colori
spettacolari, inchiostrazioni, emozioni. tavole, vignette, baloons, battute è
essenzialmente una storia. Che racconta. Ma per esserlo gli bastano 2
vignette quanto 200 pagine. E non per forza servono le parole per definirsi storia a fumetti.
Per questo secondo me non può essere nato nel '900.
Da quando l'uomo ha la necessità, la volontà, il piacere di raccontare e comunicare
attraverso le immagini con gli altri? Se non erro fin dalla Preistoria.