domenica 21 settembre 2014

Il "classico" del fumetto

                                              
L'Imperatore Traiano fece realizzare un foro (il più grande di Roma) con una piazza circondata da grandi portici con al centro un monumento equestre. Su un lato si affacciava la grande Basilica Ulpia ad uso comune, non religioso. Dietro vi erano due biblietoche divise da un cortile. E nel cortile che divideva due biblioteche non poteva mancare una storia a fumetti!
La colonna Traiana. Si, una storia a fumetti disegnata con la tecnica del bassorilievo sul lungo fregio della colonna che ruota a spirale. L'opera fu realizzata da un'equipe di scultori (o fumettisti) guidati dallo sceneggiatore Apollodoro di Damasco. Si può parlare per la prima volta di "fumetto storico" poichè narra di fatti realmente accaduti: è il racconto delle due campagne daciche. Da vicino i rilievi però sono visibili solo nella parte inferiore: la colonna è alta 30 metri (con un plinto -o basamento- di 10 metri) ed è quindi impossibile vedere i rilievi in cima.
Passiamo agli aspetti tecnici dell'opera: poichè si tratta di una storia lunghissima ho deciso di analizzarne i tratti salienti. L'incipit (inizio) della storia è in perfetto stile "in medias res": all'inizio del fregio vi è rappresentato l'esercito romano che sta uscendo dalla città di Roma e cammina su un ponte formato da barche per attraversare il grande fiume Danubio, antropomorfizzato allegoricamente in un grande omone. Ecco io credo che questo passaggio temporale nella stessa scena scene sia esemplare, da alla narrazione slancio e dinamicità. Originale. D'altronde è realmente possibile che abbiano utilizzato delle barche a mo di ponte per superare il fiume. Qualcosa che possiamo notare subito è la maggiore plasticità realistica del corpo umano rispetto al passato, merito degli studi classici greco-latini.  
Nella "vignetta" successiva possiamo notare che non vi sono rappresentate solamente atti bellici.
Per testimoniare la forza del gruppo sono state scolpite scene come quella a fianco: la costruzione dell'accampamento militare. Ecco dal punto di vista stilistico è molto interessante come siano riusciti a rappresentare in un'unica scena la costruzione del campo (atto che richiedeva molto tempo) mettendo in risalto la coesione del gruppo: l'uno che aiuta l'altro etc etc... Ecco questa è una tecnica che viene utilizza tutt'ora nel fumetto, ovvero armonizzare il rapporto spazio/tempo dando alla scena un uguale rigore narrativo.

Il finale. Dopo innumerevoli battaglie in terra rumena alla fine l'esercito romano riesce ad avere la meglio fino a catturare il re dei Daci che, per non cadere nelle mani del nemico, si suicida. Osserviamo com'è strutturata. Vi è per la prima volta, si in tutti i rilievi della colonna ma in questa particolarmente, l'uso di inquadrature per mettere in risalto i personaggi in relazione con il paesaggio. Mentre precedentemente personaggi e paesaggi erano un tutt'uno, quì possiamo notare come attorno al re suicida si crei una nicchia composta dai soldati romani e dall'albero che lo mettono in "preferenziale", ovvero al centro della scena, poichè è il soggetto più importante. Simboleggia la forza di Roma sui suoi avversari, la vittoria della guerra. Ogni singola scena di tutta la colonna non è divisa fisicamente da delle vignette e il passaggio tra una scena e l'altra non è staccato,ma armonioso, leggero come se due scene diverse comunicassero tra loro. Un'ultima considerazione: anche quest'opera non è stata sicuramente pensata come fumetto, ma sicuramente queste opere danno tanto al fumetto moderno perchè senza le esperienze del passato non si potrebbero migliorare quelle future. 

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