venerdì 22 gennaio 2016

Il fumetto impressionante


La casa dell'impiccato (1872-1873)
Paul Cezanne è stato uno tra i fondatori del movimento impressionista e il "padre" del Cubismo. Ma il suo contributo artistico potrebbe aver ispirato anche il fumetto moderno. Come? Il noto artista, già nel suo periodo impressionista, sapeva mettersi in mostra: il suo amico Monet, ripudiando il disegno preparatorio, prediligeva la pittura "en plain air" volta alla rappresentazione immediata dei soggetti attraverso pennellate, o virgolettate, veloci e vibranti concentrate non sulla resa accademica e oggettiva ma sulla luce che da vero valore ai colori; Cezanne, invece, conferisce al dipinto "La casa dell'impiccato", esposto nella famosa 1° mostra degli Impressionisti il 15 aprile 1874, una struttura costituita da linee oblique e perpendicolari fra loro (la stradina in primo piano sulla destra e lo spiovente del tetto della casa di destra, per esempio) che conferiscono profondità e geometria al quadro (le 2 case in primo piano "creano" un cuneo nel quale si incastona il villaggio in secondo piano), decretando l'allontanamento della rappresentazione di spazi naturali aperti, mobili e indistinti, per quanto utilizzi colori primari puri e accesi a costituire i secondari con virgolettate giustapposte.
Il nostro pittore, dedicandosi al suo personale ideale artistico, amava dire:"L'occhio e il cervello sono i pilastri della pittura, ed entrambi devono aiutarsi tra loro". Basta dare un'occhiata alla serie di 5 quadri, pardon, vignette rappresentanti i "Giocatori di carte": realizzati tra il 1890 e il 1898, pare che abbia fatto posare dei contadini della tenuta Jas de Bouffan e quindi raccolto una marea di bozzetti preparatori dove ha schematizzato i soggetti come dei manichini. Come ben sappiamo anche attualmente ogni fumettista, prima di dar vita e anima alla sua opera d'arte, studia, modella e rimodella il corpo dei suoi personaggi. Andando ad analizzare bene la versione del 1898, possiamo notare che i 2 giocatori son rappresentati come se fossero manichini, isolando geometricamente i puri volumi: la forma semisferica del cappello del giocatore di destra, il cilindro del cappello di quello di sinistra, le superfici cilindriche e tronco-coniche delle maniche e la gran massa squadrata delle giacche; e poi ancora il cilindro della bottiglia di vino, i parallelepipedi che formano il tavolino su cui è gettata una tovaglia dalla rigidità metallica. E' alla geometrizzazione della realtà e alla conseguente semplificazione di essa ciò che Cezanne stà cercando. Perciò dobbiamo dipingere l'essenza utilizzando l'intelletto che, grazie al contributo dell'occhio, guida le mani dell'artista nella rappresentazione della natura secondo il cilindro, la sfera e il cono. Anche il colore è lontano da una resa naturalistica, contribuisce alla resa volumetrica distribuendosi in maniera pezzata.
I giocatori di carte (1898)
In quasi 50 anni di lavoro, senza quasi mai staccarsi dalla sua Aix-en-Provance, Cezanne ha realizzato 959 dipinti, 645 acquarelli, 1200 disegni e un gruppo d'incisioni, dedicandosi a pochi temi. A dimostrazione che il suo rovello artistico ha sempre coerentemente cercato un approfondimento verticale di linguaggio e di significati. Ed è così che i fumettisti moderni danno vita alle loro storie e ai loro personaggi: disegno su disegno, scomponendo e ricomponendo la realtà, andando oltre l'impressione iniziale per arrivare a colpire la mente e il cuore del lettore. Probabilmente non è il più diretto padre del fumetto, ma senza Cezanne il fumetto perderebbe un'importantissima pietra miliare dalla quale attingere ispirazione e sulla quale poggiarsi nei momenti di difficoltà.

Matteo Pisu

Fonti: Itinerario nell'arte 4 (Cricco-Di Teodoro), versione arancione, 3° edizione;
           Paul Cezanne, Giunti editore (dossier d'art).

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