venerdì 19 settembre 2014

Le "strips" egizie



Ecco la scena di un fumetto dipinto e pubblicato oltre trentadue secoli fa nella tomba di "Menna", un antico scriba egiziano.
Per gli egiziani era usuale leggere dal basso verso l'alto a zig zag e questo racconto è suddiviso in tre fasce orizzontali come delle strips.
Leggendo a partire dal basso a sinistra, vediamo tre operai che mietono grano coi loro falcetti per poi portarlo dentro alcuni canestri al luogo della trebbiatura. I fasci sono poi rastrellati fino a diventare uno spesso tappeto di grano, i buoi lo calpestano e fanno uscire i semi dalle pellicole. Poi i contadini separano il grano dalla pula, sotto gli occhi del vecchio Menna e mentre leali scribi registrano il racconto sulle tavolette. Sopra un ufficiale usa un metro per misurare la terra e decidere quanto grano è dovuto per le tasse. Quindi in alto a destra i contadini in ritardo con le tasse vengono percossi.
Possiamo iniziare a vedere un uso, anche se basilare,delle inquadrature e di conseguena la narrazzione diventa più scorrevole e nettamente più elaborata. Non ci sono anche in questo caso delle vere e proprie vignette a suddividere le scene (a parte le tre fasce che suddividono il racconto) ma osserviamo quell'albero che divide gli operai che portano i canestri dai rastrellatori, quello che divide la scena sopra, come se fossero divise l'una dall'altra. Non possono essere considerate vignette,ma è uno spazio che comunque da alle due scene del ritmo. Gli egizi inoltre iniziano a dare un'ambientazione (che non dev'essere per forza realistica) alla scena e, per quanto sia tutto realizzato in un piano bidimensionale, possiamo notare che nella prima fascia, sullo sfondo, due ragazze litigano per dei pezzetti di grano, mentre due operai siedono sotto ad un albero: uno dorme, l'altro suona un flauto! Quindi il racconto si arricchisce anche di particolari nel paesaggio e nei soggetti rappresentati: indumenti, capigliature e movimenti.
Già, quest'ultimi, nonostante sembrino statici e meccanici, senza linee cinetiche ad appoggiarli, vengono comunque percepiti come tali, e questo già nei graffiti paleolitici. Infatti è incredibile come nonostante le immagini siano immobili noi riusciamo a percepire (o meglio immaginare) il movimento, il tempo che scorre. Questa è la "magia" del fumetto, una magia vecchia come il mondo. O come l'uomo.


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